Quarantacinque N, Nove E

Quarantacinque N, Nove E

Dal 26/10/2019 ore 18:30 al 23/11/2019 ore 18:00

Il vernissage si svolgerà con il contributo degli artisti Laura Baffi con Barbara Bordoni, Olmo Erba, Giovanna Piccinini, Olivier Russo con Sergio Zanoli presenti con proprie opere e performance all'evento


Nello splendido edificio a Luzzana, in cui un tempo con la celebrazione di riti religiosi si consolidavano i legami sociali della comunità, oggi trovano spazio preziose sculture poste in dialogo sia con l'ambiente architettonico sia con la natura presente nel territorio circostante. Il titolo Quarantacinque N, Nove E rimanda alle coordinate geografiche della zona, area presa in esame per l'occasione da Silvia Berbenni e Roberto Picchi. I due artisti affrontano, in modo differente ma dialogante, il tema della 'genesi' ponendosi in relazione con lo spazio che li ospita. Il curatore della mostra è Bruno Ghislandi.


Silvia Berbenni affronta il tema della "genesi" secondo una visione botanico - naturalista, articolando tra loro una serie di elementi fitomorfi che riproducono un'esistenza tribolata dalla lotta per la sopravvivenza, nonché l'essenza dell'essere vivi. Traendo spunto da alcuni esemplari che colonizzano la Val Cavallina, l'artista crea 'piante sculture' unificando elementi vegetali di specie diverse intrecciate tra loro, colte ciascuno nel tentativo di sopraffare l'altro. Si dipana un racconto espresso in chiave lirica ove emerge il lato intrinsecamente spietato e crudele della Natura, aspetto questo spesso non intuito o talvolta dimenticato ma da cui scaturisce la bellezza. Per effetto di uno sguardo disincantato, l'opera prende forma grazie al sapiente impiego della ceramica fredda.

Silvia Berbenni è diplomata all'Accademia di Belle Arti "G. Carrara" di Bergamo. La sua riflessione scaturisce dall'analisi dell'esistenza e delle forme naturali dell'ambiente circostante, temi che emergono nella natura dei suoi lavori.


Per Roberto Picchi la "genesi" corrisponde alla possibilità di rievocare la memoria attraverso alcuni elementi presenti sul territorio: un vero e proprio fenomeno di mutamento ed alterazione naturalistica, geologica, organica ma anche antropica. Trasformazione ambientale che solamente l'attivazione dei ricordi può e potrà essere in grado di rallentare ed arrestare. Fenomeni coloristici e morfologie organiche ed inorganiche di alcuni caratteri del territorio divengono il punto di partenza per una rilettura artistica che fa riferimento ad un immaginario autoctono a rischio, ma ancora esistente, con la possibilità che in futuro possa essere fortemente modificato. Forme ricreate con diversi materiali flessibili, viventi e reversibili, condizionati dai rispettivi punti di fusione e dalla temperatura ambientale.

Roberto Picchi studia presso l'Accademia di Belle Arti "G. Carrara" di Bergamo. La sua ricerca è legata profondamente alle tematiche della memoria, del tempo, della meteorologia e dell'ambiente, indagate e messe in risalto all'interno delle opere.