Museo Diffuso

Museo Diffuso

La visita porta lungo le stradine dell’antico borgo medioevale di Luzzana, alla scoperta di angoli caratteristici, strade strette, portici, case dalle murature in pietra.

La visita porta lungo le stradine dell’antico borgo medioevale di Luzzana, alla scoperta di angoli caratteristici, strade strette, portici, case dalle murature in pietra. Il sobborgo ha nel Castello Giovanelli l’edificio architettonico di maggior rilievo: la primitiva struttura risale alla fine del XIII secolo, poi ampliata e trasformata in residenza in due diverse fasi costruttive (sec. XVI e sec. XVII). Nel centro storico il Fortilizio e la sua torre a difesa della porta ovest (Sec. XIII°) e il palazzo del Patriarca (Sec. XVIII°).

Lungo il percorso, alla ricerca di opere d’arte sparse sul territorio del Comune, si consiglia la visita alla parrocchiale che contiene parecchie opere di pregio. All’esterno della chiesa si trova il MOSAICO di Ester Gaini e il PORTALE di Alberto Meli. Lungo il percorso, nel fondovalle, costeggiando il torrente Bragazzo ci sorprende la bellissima valle dell’acqua, lungo la quale si possono ammirare le cascatelle che formano graziosi laghetti. Proseguendo lungo il viottolo della contrada Costa, di origine medioevale, si giunge ad un boschetto dove ci sorprende l’IMPONENTE SCULTURA RUPESTRE di Giosuè Meli: “IL GIGANTE” realizzata nel 1841 e scolpita nella roccia viva. Secondo l’espressione popolare tramandataci, rappresenta un gigante che in uno sforzo immane sorregge la montagna. La grandiosa figura è viva: il busto riverso sta ancora generandosi dalla roccia, in una nicchia naturale che è la sua stessa culla, il volto si abbandona incorniciato da capelli, barba e baffi, con gli occhi chiusi e la bocca semiaperta. La mano sinistra, reclinata e abbandonata, non sembra proprio sostenere la montagna e la postura del corpo adagiato e animato, più che da uno sforzo fisico, da un pathos sofferto ricorda per certi versi l’iconografia tradizionale della Deposizione o meglio della Pietà, tra la morte e la resurrezione di Cristo. Questa interpretazione può essere avvalorata dal fatto che di lì a poco Meli esordì con opere d’arte sacra in scala monumentale, rivelando una profonda conoscenza dell’iconografia religiosa cristiana.