Itinerario 4 - Prati Alti
Tempo: 2 ore.
Dislivello: m. 476.
Difficoltà: nessuna.
Acqua: si.
Interesse: paesaggistico, ambientale e artistico.
Parcheggiata la macchina in piazza Giosuè Meli, scultore luzzanese (1816-1893) e ammirato nel giardinetto delle scuole elementari il “Monumento alla vita” di Alberto Meli, scultore luzzanese contemporaneo, si imbocca via Belvedere (strada carrabile), lungo il cui percorso si possono ammirare belle villette tra le quali spicca per singolarità “Villa Pasinetti” affiancata da una pittoresca torre.
Sulla destra delle “Cascine Benti”, vecchio nucleo compatto, si imbocca un’erta mulattiera e poi si curva a sinistra.
In una ventina di minuti si arriva alle “Cascine Moioli”, dove ci si innesta sulla strada proveniente dal fondo valle.
Dopo 5 minuti di strada, ecco apparire tre giganteschi cedri Deodara piantati ne 1939.
Siamo al “Santuario di S. Antonio” (m. 550), oasi ecologica immersa in una natura che conserva ancora il suo profumo di poesia. Una fontanella, un barbecue, numerosi tavoli in pietra ci dicono che siamo in un posto adatto per picnic.
La chiesetta, i cui primi ricordi risalgono al 1780, ospita il bronzo di S. Antonio abate di Alberto Meli.
Alle spalle della chiesa esterna ad anfiteatro domina il bronzo di Papa Giovanni XXIII, sempre di Alberto Meli.
Si prosegue per strada asfaltata e dopo circa 800 metri la si abbandona per proseguire, sulla sinistra, per il sentiero che porta a Prati Alti (m. 780). dopo aver costeggiato un ampio prato con cascina: “I Pradelli”.
A “Prati Alti” si possono ammirare l’esteso e monumentale roccolo e la chiesetta della “Madonna del Rosario” costruita ne11790. Al suo interno vi sono due pittoresche cupolette.
Si prosegue, quindi, verso il “Pizzo Casgnola” (abbreviazione di Castagnola) a quota m. 791, da dove lo sguardo può spaziare sulle prealpi orobiche e sulla pianura.
Si scende verso Luzzana sul colle spartiacque fino al “Pizzo Cazzo”, detto anche “Boscaglia “, dove una pozza bagna tre secolari querce.
In quattro passi s’i raggiunge la “Costa”, quindi il ponte sul Bragazzo (anticamente Bregazzo col significato di “acqua dal brek”) e si ritorna al punto di partenza, in “Piazza Ciosuè Meli” (m. 315).