Mater Mundi

Mater Mundi

Dal 28/05/2022 ore 18:00 al 18/09/2022 ore 18:00

Enrico Prometti in mostra in ex chiesa San Bernardino e nella Sala espositiva nel Museo

Ogni popolo, in ogni epoca, ha elaborato miti, leggende, sistemi religiosi e filosofici sul fondamentale bisogno di conoscere e spiegare l'origine del Mondo e di sé stesso.

L'atto generativo che porta alla vita una nuova forma dalla materia oscura e informe (che sia vita di uomo o di oggetto/opera) è arcaico, potente e misterioso, oggi come all'alba dei tempi.

In questa mostra lo sguardo si focalizza sulla forma della Maternità come archetipo della creazione artistica di Enrico Prometti.

In queste opere l'atto creativo/generativo estrae nuove forme dalla materia pietra, legno, tessuto, terracotta - mescolando epoche, civiltà, suggestioni e prospettive diversissime.

Dal più remoto passato sorgono ieratiche figure di Dea Madre - pietra statica e opulenta - fino alla violenza della contemporaneità della plastica fusa, scarto produttivo della civiltà che distrugge sé stessa, passando dalle figure a due sessi, emblema della complessità e dell'ambiguità umana.

Mischiando, mescolando, contaminando materia con materia, in un viaggio dalla terra al cosmo, dall'Umano al Sovrumano nelle Metamorfosi di un Pianeta, la cui forma primigena è un uovo - simbolo alchemico dell'origine del mondo. Poiché il bisogno fondamentale dell'uomo/artista è ancora conoscere e dare risposta alla stessa domanda.

Biografia

Enrico Prometti è nato a Bergamo il 14 gennaio 1945. Dal 1959 al 1965 è allievo dell'Accademia Carrara di Belle Arti a Bergamo, ottenendo numerose borse di studio e per due volte quella intitolata a Giorgio Oprandi. La sua attività espositiva ha inizio nel 1966 e l'anno successivo Prometti è presente alla collettiva del Premio San fedele a Milano.

Ha affiancato l'attività artistica con lunghi viaggi extraeuropei al fine di approfondire la conoscenza delle civiltà africane e indonesiane. Dopo un primo soggiorno nel Niger, all'inizio degli anni Settanta compie sei traversate sahariane, visita il Mali e il Burkina Faso, studia la statuaria e la pittura rupestre Dogon, la civiltà e l'artigianato Tuareg, che saranno di fondamentale importanza nella sua ricerca pittorica e scultorea.

Nel 1979 si reca nel Sahara e nel Niger insieme a Claudio Sugliani e a Walter Barbero. Nel 1975 trascorre tre mesi in Papuasia e tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta si reca, a più riprese, in Indonesia e a Sumatra, visitando anche le isole giavanesi.

Nel 1990 compie un nuovo viaggio nel Sahel e nel 1992 soggiorna per tre mesi nel delta interno del Niger, terra originaria del popolo Dogon, presso la storica città di Djenné.

Dal 1978 al 1985 restaura una torre medievale nel quartiere di Campagnola a Bergamo, trasformandola nella sua abitazione e studio.

Muore a Bergamo il 6 novembre 2008.

Le sue opere si trovano presso collezioni private, oltre che in Italia, in Arabia Saudita, Danimarca, Francia, Giappone, Mali, Olanda, Papua Nuova Guinea, Spagna e Svizzera.