Italo Valenti

Italo Valenti

Italo Valenti, figlio di agiati commercianti, nasce a Milano il 29 aprile 1912.
Nel 1919, a Vicenza, dove si trasferisce, frequenta la Scuola di Arti e Mestieri.
Nel 1932, a Valdagno, Vicenza, con Giuseppe Manin espone la sua prima personale.
Frequenta l’accademia di Venezia e quindi quella di Brera a Milanotra il 1934 e il 1937, ove è allievo di Aldo Carpi di cui diventa assistente, ed Eva Tea. In questo periodo i suoi primi viaggi a Parigi e in Belgio alla scoperta di Cézan, della pittura impressionista e post-impressionista.
1937 – Beniamino Joppolo, in Corrente del 1940, fa risalire al 1937 l’ingresso di Valenti nel movimento “Corrente”: gruppo che, per superare la retorica e il provincialismo dell’arte italiana, fa riferimento all’espressionismo. Al movimento “Corrente” partecipano: oltre allo stesso Joppolo, Guttuso, Sassu, Fontana, Cassinari, Salvatore Quasimodo, Birolli, Treccani, Anceschi, De Grada, Morlotti, Sereni e altri.
Valenti, in quel periodo, caratterizza sempre più in modo personale lo stile della sua pittura figurativa, attingendo al mondo onirico e trasognato dell’infanzia, e avvicinandosi sempre più ai concetti del “primitivismo fantastico”. Uno stile, il suo, che nel tempo evolve fino alle forme astratte.
Dal 1938 al 1952 insegna presso la Scuola libera del nudo di Brera; insegnamento che interrompe tra il 1943 e il 1945, durante la Repubblica di Salò, per riprenderlo nel 1946 come assistente del suo maestro Aldo Carpi.
Nel 1949 – 1950 Valenti realizza “Le locomotive”, opera commissionata dall’imprenditore Giuseppe Verzocchi per una raccolta sul tema del lavoro. Il dipinto è oggi conservato, con “L’autoritratto”, alla Pinacoteca Civica di Forlì nella collezione Verzocchi.
Nel 1950 in un viaggio a Locarno in Svizzera, fatto per tenere dei corsi alla Galleria Kasper, conosce la pittrice Anne de Montet che nel 1953 diventa sua moglie.
Nel 1952 Valenti si trasferisce a Locarno dove entra in contatto con il gruppo di artisti, così detto, di Ascona: Remo Rossi, Jean Arp, Hans Richter, Jacob Probst, Ben Nicholson, Juliu Bissier. Nel 1959 – 60 Valenti prende lo studio in uno degli ateliers del complesso creato da Remo Rossi alla periferia di Locarno, ove vi resterà fino al 1978. In questo periodo frequenta assiduamente Arp, Richter, Glarner, Nicholson, Bissier. “Era un’ambiente bello, vivace, una vera officina dove si creava; un punto di riferimento per tanti altri artisti tra i quali ricordo Max Bill. Sono stati anni fecondi e intensi, in quella sorta di cenacolo artistico. Se gli Arp si sono così legati ad Ascona è dovuto anche alla straordinaria ospitalità di Remo Rossi e alle qualità del locarnese”. Si usa dire che vi siano due grandi periodi nella produzione di Italo Valenti, il prima e il dopo Locarno.
Dopo un periodo di opere informali dal 1959-1960 egli si dedica ai collage, mostrando “facoltà straordinaria di selezione geometrica e cromatica”. Nei collage “fa uso estremamente differenziato di carte colorate, di diverso spessore e di diversi rilievi ed epidermidi, generalmente strappate, evitando linee geometricamente definite” (Ragghianti).
Dal 1973 si stabilisce ad Ascona.
Il periodo di Locarno porta Valenti verso una dimensione narrativa rivolta alla ricerca sugli effetti cromatici e spaziali di una “astrazione lirico informale” (Silvio Acatos, Italo Valenti, La Bibliothèque des Arts, Lausanne-Paris 1987), pur permanendo nel suo racconto, con uno stile completamente nuovo, i temi onirici del “primitivismo fantastico”: una riflessiva composizione leggera, frantumata in trapezi, triangoli, rombi, ed enigmatici simboli primordiali: la serie dei cerfs volant, le maghe, dei teatrini, delle lune, dei battelli, delle stazioni. La pittura di Valenti diviene sempre più pulita, pura, con pochi elementi che fluttuano in un vuoto astratto, come i collages dell’ultimo periodo, dove l’onirico, il fantastico e il fanciullesco, trovano un loro definitivo equilibrio.
Nel 1985 inizia per l’artista il periodo dei collages, che lui stesso chiama: “epoca della mano sinistra”. Ciò per la perdita dell’uso del braccio destro e della parola in seguito a ictus.
Italo Valenti muore ad Ascona in Svizzera il 6 settembre 1995.