Le catene dell'uomo e la speranza
L’incontro con il soprannaturale ed una visione cosmica, genera in Meli la certezza che prima della corruzione totale del mondo, l’uomo saprà riscattarsi con la forza dell’intelletto, della ragione e della fede; saranno le nuove generazioni a far germogliare una vita migliore.
Oggi più che mai l’uomo è prigioniero delle sue stesse mani; il consumismo è una ragnatela che lo chiude all’interno di una triplice illusione:
- – il potere
- – il possesso
- – il piacere.
L’aspirazione morbosa al raggiungimento di un illusorio benessere materiale, costringe l’uomo d’oggi a guardare egoisticamente ed esclusivamente al suo microcosmo, generando in questo modo una disgregazione sociale che porta alla corruzione e alla distruzione del pianeta e quindi dell’uomo stesso.
Meli, consapevole di ciò, grida il suo dissenso e spinge l’uomo a lasciare dietro di se ciò che è zavorra per ricuperare la sua identità più piena.
“Il giovinetto prigioniero della materia” che anela all’infinito esprime egregiamente questa idea.
L’incontro con il soprannaturale ed una visione cosmica, genera in Meli la certezza che prima della corruzione totale del mondo, l’uomo saprà riscattarsi con la forza dell’intelletto, della ragione e della fede; saranno le nuove generazioni a far germogliare una vita migliore.