Religiosità: I crocefissi e la sofferenza
Il Meli, in questo contesto, colpito soprattutto dalla drammaticità di questi tragici eventi, è entrato in sintonia con il Cristo crocifisso sia nelle prove della sua vita, sia nei suoi sentimenti, producendo “migliaia di Cristi tra disegni e sculture”.
Nel libro della Genesi si legge: “Sia maledetta la terra… (tu uomo) con fatica trarrai da essa nutrimento per tutto il tempo della tua vita; essa produrrà spine e triboli” e nel salmo 89 si afferma: “Gli anni della nostra vita… quasi tutti sono fatica e dolore”. Da allora l’umanità è stata segnata da infinite sofferenze. Con l’Incarnazione, Gesù Cristo ha voluto seguire la trafila della sofferenza fino alla sua morte in croce.
Il Meli, in questo contesto, colpito soprattutto dalla drammaticità di questi tragici eventi, è entrato in sintonia con il Cristo crocifisso sia nelle prove della sua vita, sia nei suoi sentimenti, producendo “migliaia di Cristi tra disegni e sculture”. Tutta questa produzione fu presente in ogni fase della sua vita.
Fra le sue opere spicca la Via Crucis della chiesa parrocchiale di Luzzana del 1968, fusa in piombo dall’artista stesso, che vibra intensamente di pietà e di mistero. Infatti il Cristo manifesta la sua fragile umanità sofferente, ma mette in evidenza la divinità che lo sostiene. I vari personaggi che gli gravitano attorno non offuscano il Nazareno, anzi ne mettono in rilievo i tratti ed esaltano la sua missione.
Il culmine della sua produzione fu raggiunto dopo la morte del figlio Giorgio (19 maggio 1990) avvenuta a soli 24 anni per un tragico incidente stradale.