Maternità, alle origini della vita
Genesi come parto dell’universo e maternità come genesi del genere umano.
" … vogliamo produrre come una pianta che produce un frutto. Non riprodurre…”
Genesi come parto dell’universo e maternità come genesi del genere umano.
Le maternità di Alberto Meli
Alberto Meli sublima il significato di maternità. Presenti tra le sue opere in discreto numero sin dagli esordi, le maternità di Meli, rese in una chiave plastica informale, sono concepite attraverso una profonda introspezione dalla lettura personalissima. La maternità di Alberto, apparentemente meno rassicurante di quella figurativa è comunque efficace; richiede una più accurata e consapevole osservazione del soggetto e costringe alla ricerca del gesto materno e del suo simbolo. L’artista, ferma la sua e la nostra attenzione, sul prima: il mistero della creazione. Egli usa come simbolo il luogo ove si genera la vita, l’utero della madre e il ventre che con il suo progressivo rigonfiamento rivela l’irrompere di una nuova vita che diverrà creatura.
Il corpo della madre non è un mistero nascosto, ma si svela lasciando intuire la vita che si muove nel suo grembo, destinata a creare un legame indissolubile. Anche se ancora celato dal corpo che lo ospita il bimbo, nutrito e protetto, appare già consapevole della realtà che lo circonda.
Sceglie, lo scultore, il momento più bello per una donna, quello dell’attesa, che è speranza e aspettativa; anche se resta sottesa la consapevolezza che la madre, con l’evolvere della gravidanza, avvertirà sempre più il peso della responsabilità e del prossimo duplice dolore, quello fisico del parto e quello di un futuro distacco.
Per Meli la maternità è parte di un mistero più grande, quello dell’universo. Egli immagina la maternità come parte della Genesi, quindi della creazione divina, che attraverso la teoria scientifica darwiniana, testimonia anche figurativamente l’evoluzione della specie, con la sua mutevolezza e trasformazione evolutiva verso un mondo altro: cosmico, ossia luogo dove l’uomo può approdare per compiere lo sforzo titanico ma appassionante di svelare i misteri dell’esistenza. Dunque la teoria evoluzionista del Big bang non viene vista da Meli in antitesi con la teoria creazionista.
Nelle maternità dello scultore Alberto Meli vi è anche una esaltazione della fertilità in senso lato, propria della natura in continuo divenire. Queste forme rappresentano la forza primigenia e inarrestabile della creazione, riportano alla figura della Grande Madre dalla quale tutto ha origine.
Le sculture, dunque simboliche, celebrano il mistero della vita e invitano lo spettatore a valicare i confini dello spazio e del tempo.
L’attenzione e l’amore di Meli verso la Natura ed ogni sua forma di vita prorompe dalle sale del Museo ed è questo un tema che l’artista assimila dai grandi maestri europei delle avanguardie di inizio Novecento: in particolare dal Dadaismo assimilato dalla decennale frequentazione di Hans Jean Arp a Locarno.